Outrun 2 Banner

Una mia vecchia recensione di Outrun 2 in versione “Twin” cabinato. Da Sala Giochi.

Risale al 29 Gennaio 2004 e fu scritta per essere postata su Usenet, nel newsgroup it.comp.console e sul Forum di Gamesradar.

Buona lettura…

Come qualcuno avra’ gia’ intuito dal titolo, potete pure cominciare a rosicare una bella sequoia, perche’ stamattina in azienda mi e’ arrivato un bel Out Run 2, in cabinato “twin”.

Un’oretta e mezza per montarlo ben benino (e non vi nascondo che, dopo anni di videopoker dei miei stivali, avevo pure una voglia matta di montare un bel cabinato Sega) e poi la prova.

Cominciamo col dire che il tutto e’ basato su Chihiro, e che sono linkabili fino ad 8 cabinati. La connessione avviene tramite cavo di rete ed un hub montato dentro ad una delle macchine.

Accendiamo, e prepariamoci ad attendere i tre minuti buoni che ‘sto scatolazzo di derivazione Microsoft ci obbliga a sorbirci per il caricamento di tutto il gioco.

La prima impressione e’ un po’ particolare: abbiamo a che fare col seguito del Vero Mito ™, e l’aspetto grafico e’, per quanto buono, decisamente “moderno” e in stile Scud Race. Manca effettivamente quel carisma che il suo nobile predecessore puo’ ancora oggi vantare.

Ma proseguiamo oltre, dando un bel colpetto di service (non penserete mica che per giocare io paghi, vero? ) e premendo “Start”.
La prima cosa che salta all’occhio e’ la triplice modalita’ di gioco: “Outrun Mode”, “Heart Attack Mode” e “Time Attack”. La prima modalita’ e’ la classica corsa ‘a la Outrun, la terza e’ un classicissimo Time Attack, e la seconda introduce una sorta di Story Mode, che poi vi spieghero’.

Non so voi quando lo proverete, ma la primissima sensazione che ho avuto io e’ stata “acustica”. Premendo start mi aspettavo per qualche ragione il tipico suono del suo predecessore, quello che accompagna l’inserimento della moneta, seguito da una mano pronta a selezionare la stazione radio.
Invece mi sono ritrovato davanti la scelta della modalita’. Nulla di che, ma mi ci devo abituare.

Proseguendo, si dovra’ scegliere l’auto, fra un gruppo di 8 (2 “Novice”, 4 “Intermediate” e 2 “Professional”), tutte rigorosamente Ferrari sotto licenza. Sono presenti, fra le altre, la Dino, la Enzo, le F40 e 50, la Testarossa e la Modena.
Dopo che si sara’ scelta la trasmissione, automatica o manuale, giunge il fatidico momento: la scelta della colonna sonora.
Ci sono i tre brani storici del gioco, Passing Breeze, Magical Sound Shower e Splash Wave, piu’ altri tre inediti, a meta’ fra il rockettaro ed il techno. Orecchiabili, ma paragonati agli altri tre fanno una figura piuttosto magra 🙂
Get Ready!

A video ora appare proprio quella famosissima frase, accompaganata dall’ancora piu’ famosa voce che pronuncia queste due parole alla maniera che a tutti noi e’ familiare.

La bandiera si abbassa ed il gioco incomincia.

Primo impatto: strano… non e’ Outrun, ma ne porta il nome… occavolo…
si puo’ derapare… la guida e’ decisamente arcade… a primo impatto mi sembrava diverso ma… E’ OUTRUN!!!

Proprio queste sono state le mie prime sensazioni, ingigantite ulteriormente nell’esatto momento in cui mi sono reso conto che i tracciati non sono inediti, ma non sono altro che i tracciati storici rivisti in 3D reale. Bellissimo.

Ok, alcune curve sono decisamente meno ostiche, ma l’importante e’ che sia divertente, e che soprattutto “sia Outrun”. E lo e’.

La grafica scorre veloce e fluida, il traffico e’ li, presente come un tempo, esattamente nel mezzo della traiettoria che abbiamo impostato.
Passing Breeze suona potente dagli altoparlanti, e poco ci manca che io possa sentire il vento fra i capelli. O meglio, lo sentirei se ‘sta Ferrari Enzo fosse cabrio invece che coperta.

Il motore grafico e’ fluido e non ha mai nessun sussulto. Non accenna neppure minimamente ad un solo rallentamento, neppure in aree piu’ traffifcate o con particolari filtri applicati all’ambiente (come il Pixel/Vertex Shader sull’acqua).

Considerando l’hardware su cui il gioco e’ basato, Chihiro (ricordo: di derivazione XBox), che sino ad oggi non ha mai dato grande prova di se, e’ comunque ragguardevole tutta questa cura dedicata al motore grafico, soprattutto memori degli ultimi lavori Sega su questa scheda, House of the Dead III in primis, che avevano momenti di evidente indecisione e rallentamenti a go-go.

Alla modalita’ “classica” si aggiunge una interessante modalita’ “Heart Attack Mode”, che ripercorre in tutto e per tutto i tracciati precedenti, se non fosse che aggiunge una ulteriore sfida: la nostra ragazza ci invita a dimostrarle quanto siamo bravi nella guida, e da una curva all’altra, fra un rettilineo ed una chicane, dovremo fare determinati sorpassi o il maggior numero di metri in derapata continuata. E tutto per amore suo
Al termine di ogni “richiesta” esaudita, riceveremo un voto (da A a E) in base al nostro comportamento, ed al termine di ogni sezione di corsa il voto sara’ complessivo, basandosi sui risultati precedenti. E cosi’ via sino in fondo, con crescente difficolta’.

Tutto questo ben di Dio e’ arricchito (nella sola modalita’ “classica”) dal multiplayer, in cui da 2 ad 8 giocatori si sfidano sui tracciati che hanno fatto la storia. In qesta modalita’ viene limitata la possibilita’ di scegliere il percorso da seguire. Infatti quando il giocatore in testa imbocchera’ un bivio a sinistra o a destra, la direzione opposta verra’ chiusa agli inseguitori, obbligando tutti a seguire lo stesso percorso.
Sarebbe stato magnifico poter correre ognuno su tracciati differenti per poi trovarsi tutti al traguardo, ma probabilmente avrebbe anche sbilanciato un pelo il gioco, in quanto le “piste” hanno diversi livelli di difficolta’, a seconda della posizione in cui si trovano sulla mappa: piu’ facili in alto e piu’ difficili in basso.

Dovrei avervi detto tutto. Se avete domande, chiedete pure.