Correva l’anno 1983 quando i primi “Laser Games” cominciarono ad affacciarsi nelle sale giochi di tutto il mondo con grande fragore. Questi giochi, che definirono un vero e proprio genere, erano basati su un media innovativo per i tempi, il cosiddetto “Laserdisc“, un disco ottico molto simile al classico compact disc, ma di dimensioni decisamente maggiori, ben 12” (quasi 25cm) di diametro. Nonostante il sistema di lettura molto simile possa far credere il contrario, a differenza del cd contiene i dati video in formato analogico e non digitale e più tracce audio in formato analogico e digitale. La qualità del formato è quindi molto elevata, dal momento che il video viene modulato in frequenza e registrato così com’è, senza alcuna forma di compressione.

Nel 1983 fecero quindi la loro comparsa in sala giochi i primi titoli basati su questo interessante media. Il più famoso di essi è probabilmente Dragon’s Lair, prodotto, diretto e “disegnato” da Don Bluth, uno dei più famosi e riconoscibili animatori di sempre, qualche anno addietro impiegato presso Disney. Chiunque abbia mai visto Robin Hood, La Bella Addormentata nel Bosco, Bianca e Bernie o Fievel, non può non vedere moltissime similitudini proprio con Dragon’s Lair, Space Ace o col bel film d’animazione Titan A.E. e riconoscere il particolare tratto che contraddistingue questo grandissimo artista.

Questo tipo di giochi era contraddistinto da un particolare gameplay: il giocatore non aveva il controllo diretto del personaggio ma, per proseguire nella storia, doveva invece eseguire una serie di mosse prestabilite e nel momento corretto, pena la perdita di una delle vite. Malgrado questa idea, che minava la giocabilità in modo terribile (per imparare le giuste sequenze si era costretti a subire decine e decine di Game Over ed a mandare a memoria, neppure fosse una poesia del Leopardi, l’ordine corretto delle mosse che ci avrebbe permesso di vedere la conclusione del racconto), i giochi riscossero un incredibile successo ed ancora oggi vengono ricordati da schiere di appassionati. Per quanto mi riguarda, posso vantarmi di avere un amico che fino a qualche anno fa era in grado di terminare Dragon’s Lair ad occhi chiusi, semplicemente basandosi sui suoni emessi dagli altoparlanti 🙂

Dragon’s Lair e Space Ace sono stati distribuiti praticamente in ogni formato immaginabile, da una agghiacciante versione per Amiga fino a molteplici edizioni su CD e DVD in doppia edizione PC-DVD e DVD-ROM. Di Dragon’s Lair esiste addirittura un porting amatoriale per Nintendo DS. Era quindi lecito aspettarsi un’edizione di questi grandi classici anche per lo smartphone più chiacchierato del momento, l’Apple iPhone. Scendiamo ora nei particolari ed analizziamo il gioco.

Space Ace

Produttore: Dragon’s Lair LCC – Prezzo: 3,99€ – [Space Ace | TitoliSubito dopo lo splash screen di presentazione, il giocatore si trova dinanzi la schermata dei titoli. Da qui, esattamente come per la versione originale, è permesso scegliere il livello di difficoltà con cui si vorrà affrontare l’avventura. A seconda del livello scelto, si vedranno proposti a video i giusti comandi da eseguire (Cadet) o meno (Captain). Solo scegliendo il livello “Ace”  il giocatore avrà la possibilità di vedere tutte le sequenze animate del gioco, contro la metà circa delle stesse disponibili invece ai livelli inferiori.

Space Ace | ControlliI controlli  sono interamente gestiti tramite il touch screen di iPhone e vengono visualizzati in sovraimpressione ai lati dello schermo. La risposta ai comandi, pur non essendo ovviamente paragonabile ad un joystick “fisico”, risulta ragionevolmente precisa e rapida. Capita di rado (ma capita…) di morire perchè si è toccato lo schermo in un punto sbagliato o perchè non si è stati sufficientemente rapidi nel tocco. Come detto, al primo livello di difficoltà il gioco “propone” le mosse da eseguire, illuminando per qualche breve istante l’azione corretta.

Space Ace racconta le avventura del muscoloso eroe Ace. All’inizio del videogioco, il malvagio comandante Borf attacca Ace con l'”Infanto Ray”, un’arma che lo fa regredire allo stadio adolescenziale e rapisce la sua fidanzata Kimberly. Compito del giocatore è quello di guidare Dexter, così viene chiamato l’adolescente Ace, attraverso una serie di ostacoli alla ricerca di Borf nel tentativo di salvare Kimberly e di impedire che Borf, grazie all'”Infanto Ray” possa conquistare il mondo.

Space Ace | GameplayL’azione corre via piuttosto frenetica ed il giocatore viene continuamente spinto a proseguire dal susseguirsi di situazioni sempre più complesse e comunque divertenti, trainate dalla grande qualità delle animazioni e dal divertentissimo doppiaggio (in lingua Inglese). Molto divertenti le trasformazioni di Dexter, che si tramuta in Ace ogni qual volta sia necessario imbracciare le armi, per poi tornare ad essere mingherlino puntualmente nei momenti più sbagliati ed inappropriati.

Seguendo le azioni corrette proposte sul display il gioco non dura molto (una decina di minuti al massimo) ma, come detto, la vera anima di questo genere di giochi è la memorizzazione del percorso che, oltre ad una grande mole di frustrazione personale, è in grado di generare una enorme soddisfazione nel giocatore che sia in grado di giungere alla conclusione con le sue sole forze. Arrivare al lieto fine in modalità “Ace” non è certo semplice, e chi volesse gustarsi tutte le sequenze animate per intero si dovrà preparare a non poche imprecazioni, e dovrà dimostrare una memoria di ferro.

Resta comunque un titolo secondo me consigliatissimo a tutti gli amanti del genere, e a tutte quelle persone che, raggiunta la trentina, ricordano ancora con tanto affetto le sale giochi d’un tempo che fu.

Il gioco è disponibile sull’App Store Apple, e costa 3,99€. Vista la qualità delle animazioni e l’ottimo supporto audio, il download non è dei più leggeri: ben 243MB.

Link App Store: Space Ace

Le immagini qui mostrate provengono direttamente dalla versione iPhone del gioco, e più precisamente da quella installata sul mio telefono 🙂